la serie 200

Il successo della 140 e l'esigenza di mantenere all'avanguardia il modello, soprattutto sotto il profilo della sicurezza, portarono alla realizzazione della Serie 200, che delle 140/160 non era che un'evoluzione.
Non occorrevano rivoluzioni, anche perché il modello d'origine era stato via via aggiornato negli anni e, secondo i tecnici Volvo, sarebbe stato sufficiente prenderne il "meglio" e migliorarlo ulteriormente.
E così fecero, anche se l'evoluzione avvenne in modo differenziato: più netto per le versioni a 6 cilindri 260, più morbido per quelle a 4 cilindri 240. Utilizzando il pianale (più corto) e l'intera parte posteriore della carrozzeria della 140 modello '74, presero vita, con due diversi frontali, ridisegnati totalmente, le 240 e le 260.Le prime avevano mascherina in plastica nera e fari circolari incassati, le seconde una calandra cromata in rilievo (che sagomava anche il cofano) e grandi fari rettangolari.
Anche gli interni, più eleganti e meglio rifiniti sulle 260, erano ripresi dalle 140 modello '74.
Sotto il profilo tecnico, sebbene la meccanica fosse la stessa delle serie precedenti, molto venne cambiato sotto la pelle.
Facendo tesoro dell'esperienza accumulata col prototipo VESC del 1972, molte parti della scocca erano a deformazione controllata, i freni (tutti a disco) avevano due circuiti separati (ciascuno comprendeva entrambe le ruote anteriori, e una di quelle posteriori, alternate), il piantone dello sterzo era collassabile, e vennero inserite delle massicce barre tubolari anti-intrusione nelle portiere.
La Serie 200 aveva sospensioni anteriori MacPherson, per liberare più spazio intorno al vano motore, mentre le sospensioni posteriori erano una versione modificata di quelle montate sulla Serie 140.
Lo sterzo poi venne molto migliorato con l'introduzione di un sistema a pignone e cremagliera e con servosterzo di serie su alcuni modelli.
I nuovi modelli debuttarono nel 1974. La produzione cessò definitivamente nel 1993.